Venezia è una città da vivere o un set da affittare?

Venezia - Italy

Il matrimonio di Jeff Bezos alza la polemica sull’utilizzo quasi esclusivo di una intera città

Tutti gli organizzatori di eventi prima o poi hanno proposto e scelto il fascino di Venezia per matrimoni, feste, convegni di lavoro, pranzi e cene di gala.

Il matrimonio di Jeff Bezos ha riacceso in questi giorni le polemiche su due fronti: per la pervasività dell’evento, ma anche per la vendita di Venezia a un personaggio quantomeno discusso, come dimostra il grande stendardo di 400 mq steso in piazza San Marco: “If you can rent Venice for your wedding you can pay more taxes”

Ma Venezia non è l’unica città che è stata scossa da grandi eventi privati. Nella ricerca di qualcosa di originale, sono stati affittati a Firenze gli Uffizi, Palazzo Pitti, il Salone del Cinquecento e il Ponte Vecchio, tanto per citare alcuni tra i luoghi temporaneamente “privatizzati” che hanno suscitato più polemiche di altri.

Il dibattito non ha confini certi. L’Italia è la nazione al mondo che ha più siti Unesco e un patrimonio storico/artistico immenso. Il denaro che arriva ai Comuni o ad enti pubblici è indubbiamente una risorsa anche per mantenerlo. Ed è un occasione d’oro per far conoscere un territorio a chi potrebbe poi tornare. Quindi si potrebbe dire un volano virtuoso, ma come valorizzare le bellezze d’Italia senza farle diventare un prodotto in vendita da supermercato, anche se di lusso? Fino a che punto ci si può spingere a far diventare un luogo di cultura un prodotto commerciale?

Sarebbe interessante che fosse aperto un tavolo di confronto tra amministrazioni pubbliche, operatori commerciali, organizzatori di grandi eventi, rappresentanti dei cittadini e professionisti che lavorano nei musei e nei luoghi di cultura con lo scopo di preservarne la ricchezza e favorirne la fruizione.

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grazie a Cédric Lambert per la foto